La maggior parte delle reazioni avverse era da lievi a moderate (grado 1 o 2). I dati sui pazienti con cHL di età pari o superiore a 65 anni sono troppo limitati per poter trarre delle conclusioni su tale popolazione. I risultati sono mostrati nella Tabella 21. In assenza di dati, nivolumab deve essere usato con cautela in queste popolazioni dopo aver attentamente considerato su base individuale il potenziale beneficio/rischio. L’espressione tumorale del PD-L1 è stata determinata utilizzando il test PD-L1 IHC 28-8 pharmDx. In questa popolazione di pazienti, la risposta obiettiva è stata riportata in 33 pazienti (31%) con una durata mediana della risposta di 22,9 mesi (IC al 95%: 17,0; NR). L’endpoint primario era la sicurezza e l’endpoint secondario era l’efficacia. Concentrato per soluzione per infusione (concentrato sterile). Nei pazienti trattati con nivolumab 1 mg/kg in associazione ad ipilimumab 3 mg/kg nel melanoma, l’incidenza di rash è stata del 65,0% (291/448). Dagli studi clinici registrativi nel melanoma sono stati esclusi i pazienti con melanoma oculare/uveale. Il miglioramento in termine di OS di nivolumab in associazione ad ipilimumab e nivolumab in monoterapia è stato simile nei pazienti con alta espressione tumorale del PD-L1 (PDL ≥ 1%). Nivolumab BMS 10 mg/mL concentrato per soluzione per infusione. Questo si ottiene attraverso lâutilizzo di anticorpi monoclonali, diretti contro bersagli chiamati checkpoint immunitari (i più noti sono PD-11 e CTLA-4), Paracetamol (acetaminophen) is often called Tachipirina, as this is its most common trade name: it should not be forgotten, however, that there are numerous other trade names, such as Efferalgan, Acetamol, Codamol and many others. Quando nivolumab 1 mg/kg è stato somministrato in associazione ad ipilimumab 3 mg/kg la CL di nivolumab è aumentata del 29% e la CL di ipilimumab è aumentata del 9%, questo non è stato considerato clinicamente rilevante. L’OS non era matura al tempo delle analisi. L’età mediana era di 60 anni (range: 23-88). Le valutazioni del tumore, in accordo ai RECIST, versione 1.1, erano effettuate 9 settimane dopo la randomizzazione, e continuate successivamente ogni 6 settimane. La frequenza è basata su un programma di esposizione estesa. I pazienti che avevano metastasi cerebrali trattate erano eleggibili se da un punto di vista neurologico erano tornati alla situazione basale, almeno due settimane prima dell’arruolamento e che o non erano in trattamento con corticosteroidi, o erano trattati con una dose stabile o decrescente equivalente a < 10 mg al giorno di prednisone. I risultati della PFS (con un follow-up minimo di 18 mesi) sono mostrati nella Figura 2 (tutta la popolazione randomizzata), nella Figura 3 (cut-off del PD-L1 tumorale del 5%) e nella Figura 4 (cut-off del PD-L1 tumorale dell’1%). Studio di Fase 2 a braccio singolo (CA209063). La randomizzazione era stratificata per stato BRAF e PD-L1 del tumore e migliore risposta al precedente trattamento con ipilimumab. La diagnosi di miocardite richiede un alto indice di sospetto. I pazienti nel gruppo nivolumab con espressione tumorale del PD-L1 per tutti i livelli di espressione predefiniti hanno dimostrato di avere maggiore probabilità di aumento della sopravvivenza rispetto a quelli del gruppo di terapia a scelta dello sperimentatore. `µn
>$ì ¸Á-p?¼úÆ!Øþ-l%x?ÄÀNØçQ5¬~xÄm?rk*ßEâ³h=¦ða¿QtTDægÚ`§Æ(_S`ñvÔºè¡âT£ý®çÓ³\ ËÒgtÄïüO N&
sistema nazionale di segnalazione riportato nell’allegato V. Negli studi clinici non sono stati riportati casi di sovradosaggio. Nivolumab o nivolumab in associazione ad ipilimumab deve essere interrotto permanentemente in caso di diabete pericoloso per la vita. Per facilità di preparazione, il concentrato può anche essere trasferito direttamente in una sacca pre-riempita contenente il volume appropriato di una soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/mL (0,9%) o una soluzione iniettabile di glucosio 50 mg/mL (5%). paragrafi 4.5 e 5.1). L’Agenzia europea dei medicinali ha rinviato l’obbligo di presentare i risultati degli studi con nivolumab in tutti i sottogruppi della popolazione pediatrica per il trattamento dei tumori solidi maligni, neoplasie maligne dei tessuti linfoidi e neoplasie maligne del sistema nervoso centrale (vedere paragrafo 4.2 per ìnformazìonì sull’uso pedìatrìco). Un flaconcino da 4 mL contiene 40 mg di nivolumab. Nel carcinoma della testa e del collo è stato osservato un maggior numero di decessi entro 3 mesi nel gruppo nivolumab rispetto al gruppo docetaxel. La profilassi antibiotica deve essere utilizzata per prevenire le infezioni opportunistiche in pazienti che ricevono una terapia immunosoppressiva. Sono state condotte ulteriori analisi di sottogruppi prespecificati per valutare l’efficacia in funzione della espressione tumorale di PD-L1 a livelli predefiniti di 1%, 5% e 10%. La farmacocinetica di nivolumab è lineare nell’intervallo di dose tra 0,1 e 10 mg/kg. Con un follow-up minimo di 63 mesi nel NSCLC, non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza. La sicurezza e l’efficacia di nivolumab 3 mg/kg come agente singolo per il trattamento del cHL recidivante o refrattario dopo ASCT sono state valutate in due studi multicentrici, in aperto, a braccio singolo (CA209205 e CA209039). Al miglioramento, la somministrazione di nivolumab o di nivolumab in associazione ad ipilimumab può essere ripresa dopo la sospensione graduale dei corticosteroidi, ove necessario. Nivolumab deve essere interrotto permanentemente in caso di qualsiasi reazione avversa severa immuno-correlata ricorrente ed in caso di qualsiasi reazione avversa immunocorrelata che mette in pericolo la vita. La misura di esito di efficacia primaria era l’ OS. Gli HR per la PFS per nivolumab vs. la chemioterapia erano 1,58 (95% IC: 0,87; 2,87) per i pazienti con mutazione BRAF positiva e 0,82 (95% IC: 0,60; 1,12) per i pazienti BRAF wild-type. h p-value è confrontato ad alpha 0,009 al fine di raggiungere significatività statistica. La misura di esito di efficacia primaria era l’OS. OPDIVO non deve essere somministrato per via endovenosa rapida o con iniezione in bolo. Casi di grado 3 sono stati riportati nell’1,6% (41/2578) dei pazienti. Lo studio includeva pazienti (di età pari o superiore a 18 anni) con carcinoma a cellule renali avanzato o metastatico, non precedentemente trattato, con componente a cellule chiare. f Riportato anche in studi al di fuori dei dati aggregati. S. Tedeschi. L’interazione del PD-1 con i ligandi PD-L1 e PD-L2, che sono espressi dalle cellule presentanti l’antigene e che possono essere espressi dalla cellula tumorale o da altre cellule nel microambiente tumorale, comporta l’inibizione della proliferazione delle cellule T e della secrezione delle citochine. I risultati della RFS sono mostrati nella Tabella 13 e nella Figura 7 (tutta la popolazione randomizzata). I risultati di efficacia sono mostrati nella Tabella 14. Entrambi i bracci di trattamento che prevedevano nivolumab hanno dimostrato un beneficio significativo in termine di PFS ed OS ed un maggiore ORR rispetto ad ipilimumab I risultati di PFS osservati a 18 mesi di follow-up ed i risultati di ORR e OS a 28 mesi di follow-up sono stati dimostrati in maniera consistente nei sottogruppi di pazienti, inclusi performance status ECOG al basale, stato BRAF, stadio M, età, anamnesi di metastasi cerebrali e livello di LDH al basale. A meno che non sia stata identificata un’eziologia alternativa, segni o sintomi di endocrinopatie devono essere considerati immuno-correlati. Il trattamento con nivolumab può aumentare il rischio di GVHD severa e di morte in pazienti che siano stati precedentemente sottoposti a HSCT allogenico, principalmente in quelli che abbiano avuto una precedente storia di GVHD. In questo ambito i primi farmaci utilizzati sono stati nivolumab e pembrolizumab sia nelle istologie squamose sia negli adenocarcinomi, con rilevanti risultati. Rash severo è stato osservato con nivolumab in associazione ad ipilimumab e, meno comunemente, con nivolumab in monoterapia (vedere paragrafo 4.8). Lo studio CA209205 è uno studio in corso di Fase 2, in aperto, multi-coorte, a braccio singolo di nivolumab nel cHL. La durata mediana del tempo tra la diagnosi iniziale e la randomizzazione era di 5,5 mesi. Al livello di espressione tumorale PD-L1 < 5%, la durata mediana della risposta non è stata raggiunta, (range: 0+-33,3+) nel braccio trattato con l’associazione, non è stata raggiunta (range: 0+-32,3+) nel. Un totale di 405 pazienti sono stati randomizzati a ricevere nivolumab (n = 272) somministrato per via endovenosa in 60 minuti alla dose di 3 mg/kg ogni 2 settimane o chemioterapia (n = 133) che consisteva, a scelta dello sperimentatore, in dacarbazina (1000 mg/m2 ogni 3 settimane) o carboplatino. co-stimolazione delle cellule T o le pathway dei checkpoint). Il performance status ECOG al basale era pari a 0 (31%) o 1 (69%). Devono essere escluse eziologie correlate alla patologia. Il trattamento con OPDIVO, sia come monoterapia sia in associazione ad ipilimumab, deve essere continuato finché si osserva un beneficio clinico o fino a quando il trattamento non sia più tollerato dal paziente. L'ipilimumab, nome commerciale Yervoy, prodotto dalla Bristol-Myers Squibb. a 60 anni (range: 28-83) con il 31% dei pazienti di età 65 anni ed il 5% di età 75 anni, l’83% di sesso maschile, e l’83% di razza bianca. Mentre i vaccini hanno il compito di stimolare la risposta immunitaria specifica per un antigene tumorale, gli inibitori del checkpoint immunitario hanno il compito di eliminare le limitazioni alla maggior parte delle risposte immunitarie mediate dalle cellule T. Tuttavia, questo meccanismo d'azione presenta il rischio di indurre reazioni immuno-correlate. d PD-L1+ TAIC nel microambiente tumorale sono state stimate qualitativamente, e caratterizzate come “numerose”, “intermedie”, e “rare” in base alle valutazioni di un patologo. Lo studio includeva pazienti (di età pari o superiore a 18 anni), che avevano presentato progressione di malattia durante o dopo 1 o 2 precedenti regimi anti-angiogenici e non più di 3 regimi di trattamento sistemici precedenti. Tabella 15: ORR basata su tutti i pazienti valutabili per la risposta– totale e per sottogruppo (CA209171). La maggior parte delle reazioni erano da lievi a moderate (grado 1 o 2). Il miglioramento sintomatologico apparentemente rilevante (MID = modifica di 2 punti nel punteggio FKSI-DRS; p < 0,001) ed il tempo al miglioramento (HR = 1,66 (1,33; 2,08) p < 0,001) erano significativamente migliori per i pazienti nel braccio nivolumab. dell’amilasi, 7,9% per l’aumento della lipasi, 6,4% per l’iponatremia, 1,8% per l’iperpotassiemia, 1,5% per l’ipopotassiemia, 1,2% per l’ipercalcemia, 0,7% per l’ipermagnesiemia, 0,5% per l’ipomagnesiemia, 0,7% per l’ipocalcemia e 0,1% per l’ipernatremia. efficacia secondaria erano la PFS ed il tasso di risposta obiettiva (ORR) valutate dallo sperimentatore. Sicurezza ed efficacia nei pazienti anziani. Casi di grado 2 e di grado 3 sono stati riportati, rispettivamente, nel 13,7% (75/547) e 3,7% (20/547) dei pazienti. Questo studio includeva pazienti indipendentemente dallo stato di PD-L1 del loro tumore. Complicanze dell’HSCT allogenico nel linfoma di Hodgkin classico. mostrato un effetto numericamente inferiore sull’OS (HR 0,97 ; 95% IC : 0,48 ; 1,95) rispetto alla popolazione globale. I dati sui pazienti con cHL di età pari o superiore a 65 anni sono troppo limitati per poter trarre delle conclusioni su tale popolazione (vedere paragrafo 5.1). Amiloride e Triamterene vengono utilizzati sfruttandone la capacitàdi ridurre l’eliminazione di potassio in associazione ai diuretici dell’ansa, sebbene … Malattia veno-occlusiva epatica si è verificata in un paziente, che è deceduto a causa di GVHD ed insufficienza multi-organo. Nei 22 pazienti che avevano risposto a nivolumab e che non avevano ottenuto la risposta con il precedente trattamento con brentuximab vedotin, la durata mediana della risposta è stata di 18,0 mesi (6,6; NE). Meccanismo d’azione: Agisce come immunomodulatore, bloccando la proteina PD-1 (Programmed cell death 1), un recettore co-inibitorio espresso dai linfociti T attivati, necessario per eludere la … Non sono state riportate endocrinopatie di grado 5. Degli 811 pazienti trattati, 103 (13%) avevano un performance status ECOG pari a 2, 686 (85%) avevano un età < 75 anni e 125 (15%) avevano un età ≥ 75 anni. In assenza di dati sui pazienti con malattia autoimmune, malattia polmonare interstiziale sintomatica, metastasi celebrali attive e sui pazienti che hanno ricevuto, prima di entrare nello studio, immunosoppressori per via sistemica, nivolumab deve essere usato con cautela in queste popolazioni e dopo aver attentamente considerato su base individuale il potenziale beneficio/rischio. I gruppi “numerose” e “intermedie” sono stati combinati per definire il gruppo “abbondanti”. Sulla base della dose prescritta, calcolare la dose totale da somministrare. Il rash severo deve essere trattato con corticosteroidi ad alte dosi equivalenti ad una dose di. Carcinoma squamoso della testa e del collo, La sicurezza e l’efficacia di nivolumab 3 mg/kg come agente singolo per il trattamento del SCCHN metastatico o ricorrente sono state valutate in uno studio di fase 3, randomizzato, in aperto. Studio di sicurezza di Fase 3b/4 (CA209374), Ulteriori dati di sicurezza ed efficacia descrittiva sono disponibili dallo studio CA209374, uno studio di sicurezza in aperto di Fase 3b/4 di nivolumab in monoterapia per il trattamento di pazienti (trattati. I risultati di efficacia sono mostrati nella Tabella 16. Bristol-Myers Squibb Pharma EEIG Plaza 254, Blanchardstown Corporate Park 2 Dublin 15, D15 T867, EU/1/15/1014/001 EU/1/15/1014/002 EU/1/15/1014/003. Nella fase successiva all’immissione in commercio è stato segnalato il rigetto del trapianto di organo solido nei pazienti trattati con inibitori PD-1. Un totale di 361 pazienti sono stati randomizzati a ricevere nivolumab somministrato per via endovenosa, in un periodo di 60 minuti, alla dose di 3 mg/kg ogni 2 settimane, o terapia a scelta dello sperimentatore tra cetuximab (n = 15), alla dose di carico di 400 mg/m2 seguita da 250 mg/m2 ogni settimana, oppure metotressato (n = 52) da 40 a 60 mg/m2 ogni settimana, oppure docetaxel (n = 54) da 30 a 40 mg/m2 ogni settimana. La misura di esito di efficacia primaria era l’ORR come determinato dal BICR. braccio trattato con nivolumab in monoterapia e di 18,2 mesi (range: 0,0+-31,5+) nel braccio trattato con ipilimumab in monoterapia. Opdivo: ultimo aggiornamento pagina: 21/10/2020 (Fonte: A.I.FA.). Nivolumab BMS è indicato per il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) ... Meccanismo dâazione: Agisce come immunomodulatore, bloccando la proteina PD-1 (Programmed cell death 1), un recettore co-inibitorio espresso dai linfociti T attivati, necessario per eludere la sorveglianza immunitaria. Meccanismo dâazione Nivolumab è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 (IgG4) u-mano (HuMAb), che si lega al recettore programmed death-1[morte pro-grammata 1] (PD-1) e blocca lâinterazione con i suoi ligandi PD-L1 ed il PD-L2. Tabella 25: Efficacia per espressione del PD-L1 sulle cellule tumorali e sulle TAIC (CA209141), OS medianaa (mesi) PFS medianaa (mesi) ORR (%) HRb (95% IC) HRb (95% IC) (95% IC)c, 47 terapia a scelta dello sperimentatore), 14 terapia a scelta dello sperimentatore). La sicurezza e l’efficacia di nivolumab 3 mg/kg per il trattamento del melanoma avanzato (non resecabile o metastatico) sono state valutate in uno studio di fase 3, randomizzato, in doppio cieco (CA209066). La risoluzione si è verificata in 21 pazienti (91,3%) con un tempo mediano alla risoluzione di 2,1 settimane (range: 0,1-125,1+). hanno un meccanismo dâazione potenzialmente sinergico, che ha come target due diversi checkpoint (PD-1 e CTLA-4) per distruggere le cellule tumorali: ipilimumab favorisce lâattivazione e proliferazione delle cellule T, mentre nivolumab aiuta le cellule T a scoprire il tumore. I dati disponibili indicano che l’insorgenza dell’effetto di nivolumab è ritardato e pertanto il beneficio di nivolumab rispetto alla chemioterapia può richiedere 2-3 mesi. Codice ATC: L01XC17. Una terapia immunosoppressiva non corticosteroidea deve essere aggiunta se, nonostante l’uso di corticosteroidi, vi è un peggioramento o non vi è alcun miglioramento. Nella fase successiva all’immissione in commercio sono stati segnalati casi di GVHD ad insorgenza rapida e severa, alcuni con esito fatale, in pazienti trattati con nivolumab dopo HSCT allogenico. Le curve di Kaplan-Meier per l’OS sono mostrate nella Figura 12. In modelli singenici murini di tumore, il duplice blocco di PD-1 e CTLA-4 ha indotto un’attività anti-tumorale sinergica. L’infusione di OPDIVO è compatibile con contenitori in PVC e poliolefina, flaconi in vetro, set per infusione in PVC e filtri in linea con membrane in polietersulfone con dimensioni dei pori da 0,2 µm a 1,2 µm. Casi di grado 2, grado 3 e grado 4 sono stati riportati, rispettivamente, nel 4,8% (26/547), 6,6% (36/547) e 1,6% (9/547) dei pazienti. Gentilissimo Dott. Il nivolumab, un inibitore di PD-1, ha re entemente rievuto l’approvazione da parte degli enti regolatori italiani (AIFA) ed è attualmente disponibile e rimborsato dal SSN italiano per il trattamento di seconda … La prima rivalutazione del tumore è stata condotta 9 settimane dopo l’inizio del trattamento e continuata successivamente fino a progressione di malattia o interruzione del trattamento. Le misure principali di esito di efficacia secondarie erano l’ORR e la PFS valutati dallo sperimentatore. Le caratteristiche basali erano simili tra i due studi e tra le coorti (vedere la Tabella 20 dì seguìto). Disturbi alla tiroide di. L’efficacia in entrambi gli studi è stata valutata dallo stesso IRRC. ), Tasso OS e 95% IC a 12 mesi: 73% (68;78), 24 mesi: 64% (59; 69) e 36 mesi: 58% (52; 63), ──∆─── Nivolumab (eventi: 158/316), mediana e 95% IC: 37,59 mesi (29,08; N.A. Nivolumab non è stato studiato in pazienti con compromissione epatica moderata (bilirubina totale da > 1,5 a 3 × LSN e qualsiasi valore di AST) o severa (bilirubina totale > 3 × LSN e qualsiasi valore di AST) (vedere paragrafo 4.2). Il tempo mediano all’insorgenza di queste endocrinopatie è stato di 1,9 mesi (range: 0,0-22,3). Tuttavia, sulla base del suo meccanismo d’azione, l’esposizione fetale a nivolumab può aumentare il rischio di sviluppare disturbi immuno-correlati o di alterare la normale risposta immunitaria; disturbi. (95% IC: 15,3; 35,4). Paracetamol is a drug used as an analgesic (pain reliever) and as an antipyretic (to reduce fever). A 18 mesi, il tasso di OS era 74,3 (95% IC 69,8-78,2) per nivolumab in associazione ad ipilimumab e 59,9 (95% IC 54,9-64,5) per sunitinib. i Riportato negli studi clinici e nella fase successiva all’immissione in commercio. In caso di insufficienza surrenalica sintomatica di grado 2, nivolumab o nivolumab in associazione ad ipilimumab deve essere sospeso e se necessario deve essere iniziata una terapia sostitutiva del corticosteroide fisiologico. Tabella 20: Caratteristiche dei pazienti al basale nella Coorte B e nella Coorte C dello studio CA209205 e nello studio CA209039. In questi studi non sono stati riportati casi di, grado 4 o 5. Le frequenze sono definite come: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune. I dati dei PRO devono essere interpretati nel contesto di un disegno dello studio in aperto e pertanto considerati con cautela. I tassi di incidenza per 100 persone-anno di esposizione sono stati 9,3 vs 0; eventi cardiaci gravi sono stati riportati dal 4,9% dei pazienti nel gruppo nivolumab vs 0 pazienti nel gruppo di trattamento a scelta dello sperimentatore. Poiché gli anticorpi monoclonali non sono metabolizzati dagli enzimi del citocromo P450 (CYP) o da altri enzimi che metabolizzano i farmaci, non si prevede che l’inibizione o l’induzione di questi enzimi da parte dei medicinali co-somministrati influisca sulla farmacocinetica del nivolumab. (39,06; N.A. Esso include 243 pazienti che hanno ricevuto un ASCT; la Coorte A ha incluso 63 (26%) pazienti che non erano stati trattati con brentuximab vedotin; la Coorte B ha incluso. nausea (26%), piressia (19%), diminuzione dell’appetito (16%), ipotiroidismo (16%), colite (15%). La maggioranza dei casi sono stati di grado di severità 1 o 2, riportati rispettivamente nello 0,8% (21/2578) e, nell’1,7% (44/2578) dei pazienti. In termini di ORR, un aumento dell’espressione del PD-L1 è stato associato ad una più ampio ORR. Oltre 15 settimane di follow-up, i pazienti trattati con nivolumab hanno mostrato PROs stabili, mentre quelli assegnati alla terapia a scelta dello sperimentatore hanno mostrato riduzioni significative della funzionalità (ad es., fisica, di ruolo, sociale) e dello stato di salute, così come un incremento della sintomatologia (ad es., affaticamento, dispnea, riduzione dell’appetito, dolore, problemi sensoriali, problemi di contatto sociale). Non sono stati riportati casi di grado 3 – 5. Con un follow-up minimo di 62,6 mesi, il beneficio in OS si è confermato in modo consistente nei sottogruppi. Eccipiente con effetti noti. In caso di diabete sintomatico, nivolumab o nivolumab in associazione ad ipilimumab deve essere sospeso e se necessario deve essere iniziata una terapia insulinica sostitutiva. La CL di nivolumab nei pazienti con cHL è stata del 32% circa più bassa di quella nei pazienti con NSCLC. In caso di ripresa del trattamento dopo sospensione, è possibile riprendere o il trattamento in associazione o OPDIVO in monoterapia, in base alla valutazione del singolo paziente. Il performance status ECOG era 0 per il 61% dei pazienti e 1 per il 39% dei pazienti. Colite o diarrea di grado 3 osservate con nivolumab in associazione ad ipilimumab richiedono l’interruzione permanente del trattamento e l’inizio di corticosteroidi equivalenti ad una dose di 1-2 mg/kg/die di metilprednisolone. Aumenti persistenti in questi valori di laboratorio devono essere trattati con i corticosteroidi equivalenti ad una dose di 0,5-1 mg/kg/die di metilprednisolone. c Intervallo di confidenza per ORR calcolato utilizzando il metodo Clopper-Pearson. La sicurezza e l’efficacia di nivolumab 3 mg/kg come agente singolo per il trattamento del NSCLC non squamoso avanzato o metastatico sono state valutate in uno studio di fase 3, randomizzato, in aperto (CA209057). La risoluzione si è verificata in 191 pazienti (65,9%) con un tempo mediano alla risoluzione di 11,4+ settimane (range: 0,1-150,1+). In base alla severità della reazione avversa, nivolumab o nivolumab in associazione ad ipilimumab deve essere sospeso e devono essere somministrati i corticosteroidi. Lo studio CA209172 era uno studio a braccio singolo, in aperto, con nivolumab in monoterapia in pazienti con melanoma metastatico di stadio III (non resecabile) o stadio IV dopo precedente trattamento con anticorpo monoclonale anti-CTLA-4. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta. Casi di disturbi alla tiroide di grado 3 sono stati riportati in meno dello 0,1% (2/2578) dei pazienti.